“Se qualcuno fa un viaggio, ha qualcosa
da raccontare”.
Matthias Claudius
Fino al pre-pandemia avevamo ben chiaro come l’esperienza turistica dovesse essere integrata inizialmente e a posteriori, se non durante, con l’esperienza digitale, dall’altro è evidente come la ricerca di un vissuto sensoriale sia sempre più alla base dei desiderata dei turisti. In particolare il periodo appena trascorso, che ha portato a un forte contenimento delle opportunità di relazione diretta con gli ambienti, sia naturali, sia storico culturali, ha sviluppato un forte desiderio di interazione diretta, di vissuto esperienziale, di contatto fisico con ambienti e persone, sapori e fragranze, di luoghi spesso poco noti, o a bassa frequentazione.
Il mondo del turismo, per definizione lento nel proporre nuovi schemi, deve imparare a correre velocemente poiché il solito piano marketing di una destinazione turistica non può permettersi di essere “il solito piano marketing”. Se è vero che viaggiare, o fare semplicemente le vacanze, significa attingere ad emozioni sensoriali è altrettanto vero che tutto ciò non è solo esperienza personale; tali esperienze devono essere indotte nel visitatore di un luogo. Sempre più attuale diventa ricorrere alle proprie competenze per indirizzare il visitatore moderno, ed aggiungerei post pandemico, alla fruizione di spazi e opportunità. Le competenze devono individuare, comprendere e mettere in valore il territorio e le sue peculiarità. Diventa indifferibile gestire i piani di sviluppo dei territori turistici con una chiara progettazione a monte. Occorre una attività formativa continua, e puntuale, dei propri collaboratori che apprenda dal riconoscimento delle proprie percezioni e dalle reazioni alle quotidiane esperienze. Sapere osservare ed ascoltare per sistematizzare le informazioni, per potere estrarre risultati oggettivi del tipo di servizio che si vuole dare. Il variegato mondo dell’accoglienza deve potere risolvere le situazioni critiche in modo intuitivo ed immediato. In poche parole, il turismo sensoriale necessita di operatori in grado di progettare eventi e di svilupparli anticipando i desiderata del consumatore finale. Questo deve essere il vero cambiamento in grado di misurare la qualità di un territorio proiettato al futuro. L’operatore turistico non solo l’addetta alla reception o al ristorante ma lo è anche il giornalaio o il vigile urbano, il tassista ma soprattutto le istituzioni comunali che devono potere indirizzare le capacità di tutti con l’ambizioso obiettivo di avere vantaggi competitivi e capacità di attrarre clienti, utilizzando le tecniche multisensoriali per creare un imprinting dell’esperienza vissuta se ben narrata.
“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi” (Marcel Proust)
Pietro Aloisio