Perché non c’è niente di più bello del modo in cui tutte le volte il mare
cerca di baciare la spiaggia, non importa quante volte viene mandato via.
(Sarah Kay)
Scrivo ricordando di un libro letto, “Il Profumo” di Patrick Süskind, che mi ha profondamente suggestionato ed emozionato nella definizione di un’odore e di come questo si possa correlare con le autentiche emozioni che ci colgono nel nostro perenne divenire. La mia formazione di chimico e di sensorialista mi induce a pensare ai composti chimici ed alle etichette semantiche che ad essi associamo per spiegare cosa vogliamo dire quando parliamo di odore del mare. Se siamo in spiaggia d’inverno i sentori di salsedine, di alghe, di molluschi e crostacei ci invadono sin da quando avvistiamo il frangersi delle onde su una scogliera, attivando dei processi sinestesici, che ci fanno vivere un’intensa sensazione di benessere. Certo il Sensorialista è più romantico del chimico che traduce in formule il percepito. Un’alga può essere un sentore meno piacevole so lo chiamiamo dimetil solfuro e se alcune alghe rilasciano Dictioptereni, composti volatili, che sono i feromoni sessuali di alcune specie di alghe per attrarre le parti maschili e danno l’odore caratteristico dell’alga secca. I Bromofenoli, a cui diamo l’etichetta semantica di molluschi o crostacei, a cui associamo l’idea di mare. Quando siamo vicini al mare gli odori che avvertiamo li associamo alla sabbia o agli scogli su cui si adagia o s’impone, il mare in tempesta o il sentore di legno bagnato nei piccoli porti di pescatori. Ma ancora il mare dopo una tempesta che ci emoziona sensorialmente con la parte olfattiva. Il mare ed il suo odore che si vorrebbe catturare per utilizzarlo negli allevamenti ittici ma che ad oggi non si è riusciti. Si odora di mare se si viene dal mare. Se il pesce vive in allevamento l’odore è talmente diverso da farci immediatamente associare l’idea di “non fresco”. I tentativi di racchiudere l’odore, costruendolo, nessuno è ancora riuscito a farlo lasciando ancora al mare quel fascino di unicità non riproducibile. Siamo ancora all’emozione non tradotta di quando siamo su una barca in mezzo al mare a cui un famoso telefilm, The Love Boat, associò una canzone di Little Tony che declinava “…mare profumo di mare…e’ colpa del mare del cielo e del mare sento che sto lasciandomi andare…”. Il mare, quasi uno stato primordiale, che ci riporta con il cervello ai nove mesi vissuti nel ventre materno senza dimenticare che il nostro corpo è composto per circa il 65% d’acqua. Il mare è l’odore della vita e della felicità, l’odore del cibo e delle vacanze, l’odore delle prime passeggiate adolescenziali mano nella mano con quella ragazza che ci piaceva tanto. Il mare “è un antico idioma che non riesco a decifrare” citando Jorge Luis Borges.
Pietro Aloisio