Turismo ed analisi sensoriale per il territorio

“Un paesaggio è uno stato d’animo”.

(Henri Frédéric Amiel)

I piccoli borghi italiani, immenso patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, vivono una fase che in tanti definiscono di Rinascimento. Il mito della città e della destinazione esotica, la mancanza di una progettualità economica e culturale, hanno spopolato e quasi abbandonato a sé stessi questi gioielli del nostro territorio. L’attuale pandemia mostra il cambiamento della nostra necessità a lasciare le grandi città, apportatrici di stimoli, creatività e comodità ma poco funzionali alle mutate esigenze (e.g. le nuove modalità di smart-working che, oggi, non postulano più la necessaria presenza nel luogo di lavoro); ma non sarà solo questo il futuro per i piccoli borghi, che potranno continuare ad intercettare i nuovi bisogni dei turisti, alla ricerca del bello e del buono ma in condizioni “vivibili”.

Sono ancora evidenti le ferite lasciate dalla forsennata stagione turistica dell’estate 2020 in Sardegna o in Puglia dove, nel privilegiare solo le località “trendy”, si è consentito al virus di procurare danni. Vorremo abituarci a sentire parlare anche di piccoli borghi e bellezze naturalistiche nascoste: Santa Fiora in Toscana, Monterubiaglio in Umbria, il Sentiero degli Dei nella costiera sorrentina o il Sentiero Rilke tra Duino e Sistiana; e ancora, le grotte di Borgio Verezzi in Liguria, con l’Ipogeo naturale di laghetti e stalattiti caleidoscopiche e il meraviglioso ventaglio di colori che dal rosso sfumano al giallo e poi al bianco; per non parlare di Màkari in Sicilia, spettacolare borgo marinaro giunto agli occhi del grande pubblico grazie alle fortunate serie televisive del momento che ne riprendono le meraviglie, così come Punta Secca e i gioielli minori del barocco ragusano immortalati nella fiction “Il Commissario Montalbano”, senza dimenticare il nostro territorio friulano con Valvasone o Sesto al Reghena, Gemona o Marano Lagunare, Cividale o Palmanova.

Fino ad oggi, promuovere il territorio facendone conoscere le peculiarità e garantendone la rinascita non pareva possibile. È pacifico che i meccanismi virtuosi non nascono da soli ma necessitano di essere coltivati quotidianamente da ciascuno degli attori presenti nel territorio che divengono, così, Ambasciatori del Territorio. L’obiettivo dovrà essere quello di definire un percorso, anche formativo, che offra gli strumenti e le competenze necessarie a rendere più soddisfacente il “fare turismo dell’ospite” e con il quale si possa valorizzare il territorio, narrandone i sapori, i gusti, le tradizioni, le abitudini, la cultura e l’ambiente ospitante: tutto ciò viene implementato dall’interazione tra l’Analisi Sensoriale – disciplina che permette di misurare le diverse percezioni che i sensi fanno emergere – e il marketing, la comunicazione e l’accoglienza turistica misurabili attraverso Audit in incognito.

Sinergicamente Cultura, Turismo e Territorio devono convergere in un unico disegno strategico teso a creare valore, intercettando le varie forme di turismo globale. Oggi è riduttivo parlare di una sola forma di turismo: ci si deve focalizzare sui luoghi minori della nostra penisola, conoscendoli, descrivendoli e raccontandoli; d’altronde, l’obiettivo del Sistema Paese “Italia” è trasformare in Industria il Turismo.

Pietro Aloisio